mercoledì 16 gennaio 2013

Bauphysik per la progettazione evoluta degli edifici


Spesso mi chiedono “di cosa ti occupi”. La risposta non è immediata, definire esattamente il mio lavoro, incasellandolo in una delle “categorie” di tecnici più consolidate, non è facile. Posso dire di saper calcolare il fabbisogno energetico di un edificio, progettare l’involucro di una casa per garantire il confort acustico dei suoi abitanti, conoscere i meccanismi di risposta strutturale di un edificio. Nonostante questo non mi sento definito dalle “etichette” in uso quando, non mi sento ad esempio un termotecnico, né un impiantista né uno strutturista.
La definizione che manca la dobbiamo forse andare a prendere in Germania, dove esiste il concetto di Bauphysik, che potremmo tradurre come “fisica degli edifici”.
In Italia questo concetto è ancora lontano dall’essere usato, compreso e valorizzato, in primis dagli operatori del settore, che spesso non capiscono l’importanza dell’integrazione tra il progetto termico, strutturale ed acustico.
Occuparsi di Bauphysik vuol dire conoscere la risposta dell’organismo edilizio alle sollecitazioni esterne e sapere come renderlo un luogo accogliente per le attività umane. Così come il medico conosce l’anatomia ed è in grado di prescrivere le terapie adatte per una determinata patologia, allo stesso modo chi si occupa della fisica degli edifici deve essere in grado di trovare le soluzioni progettuali adatte per garantire il corretto funzionamento del sistema edificio.
Per rispondere alle sfide presenti e future dell’edilizia è necessario un cambio di approccio e il concetto di “fisica degli edifici” deve necessariamente entrare a far parte del mondo della progettazione, della ricerca e delle costruzioni.

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